![]() |
CI Valle Presidente della Giunta Esecutiva
|
Dopo i conosciuti e tristi eventi storici che accaddero in Istria al termine della seconda guerra mondiale, Valle si ritrovò con una popolazione decimata dall'esodo e soprattutto con una gran confusione etnica, culturale e politica. Erano passati più di duemila anni dalla fondazione di Valle da parte dell'Impero Romano e settecento dall'adesione alla Serenissima Repubblica di Venezia, attraverso i cui domini presero vita e si svilupparono il nostro tipico dialetto, il nostro modo di essere e le nostre tradizioni. Dopo il '45, quindi, Valle si ritrovò in un nuovo mondo: un mondo che guardava con indifferenza e con spregio al nostro modo di essere e che pretendeva di sostituire la nostra cultura millenaria con una lingua ed una nuova cultura che storicamente non ci appartenevano.
Come prima conseguenza a questa nuova situazione, vennero imposti nuovi nomi alle nostre vie: dagli antichi toponimi vallesi come Borgo, la Musa, Sant'Elena, la Grisa, le Grote, si è passati a nomi come Kardeljeva o Zagrebacka (oggi fortunatamente ripristinati) e, come se non bastasse, si pretendeva di mutare i nostri vecchi cognomi con quelli più consoni alla nuova realtà linguistica.
Correva l'anno 1947 quando gli attivisti Oreste de Petris, Giovanni Obrovaz, Piero Pisani, Giovanni Cergna, Timoteo Barbieri e Iginio Cuccurin, con l'appoggio del Comune, ottennero uno spazio per fondare il Circolo Italiano di Cultura, negli ambienti dell'ampio edificio chiamato ''asilo''. Le sale furono arredate decentemente con l'aiuto dei soci e donate da Pietro Cergna e dall'osteria ''Uccia''. Sin dall'inizio i soci erano tantissimi e crebbe negli anni toccando le trecento unità. All'Assemblea svoltasi nel 1949 venne eletto il primo Comitato direttivo costituito dal Presidente: Oreste de Petris, vicepresidente: Giovanni Obrovaz, segretario: Piero Pisani, membri: Giovanni Cergna, Timoteo Barbieri e Iginio Cuccurin.
Le domande che si erano posti allora erano: che cosa ne sarà delle nostre tradizioni? Che fine farà la lingua vallese? I nostri figli potranno parlarla oppure dovranno dimenticarla? Ma non solo: bisognava dimostrare la nostra appartenenza alla nostra madre patria italiana; bisognava preservare quei canti e quei balli che avevano riecheggiato per secoli lungo le calli del borgo vecchio, bisognava poi dimostrare che, nonostante tutto, una cultura non può essere cancellata nel giro di una notte. Da lì, da queste domande umili ma essenziali, si è andati avanti, dando vita ad abiti con odori particolari, odori di tradizioni. Ritmi antichi e moderni si alternavano in lunghi pomeriggi di lavoro del gruppo ritmico e di quello folkloristico e giovani vallesi, fieri di dirsi tali, recitavano in lingua vallese i versi scritti da poeti cresciuti tra le mura medievali del borgo. Ma il tempo andava avanti e gli attivisti si alternavano: quelli che prima erano allievi diventavano maestri mentre i nuovi allievi erano i bambini dell'asilo e delle scuole elementari che, con la gioia negli occhi, provavano e riprovavano i passi dei nostri balli folkloristici coscienti del fatto di rappresentare la speranza ed il futuro della nostra cultura.
Le attività della Comunità degli italiani di Valle, nel corso della sua storia, divennero molteplici: oltre al già citato folklore ed alla ritmica, la Comunità si fece apprezzare anche con il suo gruppo di recitazione che portava in scena le vecchie storie e le vecchie barzellette vallesi riadattate ai tempi moderni. Inoltre, man mano che passavano gli anni, uscirono fuori veri e propri talenti della poesia dialettale vallese come Romina Floris e Sandro Cergna. Si diede vita alla voce della Comunità dapprima chiamata 'El calego de Mon Perin', poi 'La nustra voz n'piasa' per finire con quella attuale, ovvero 'El calego de Vale'. Come se non bastasse, prese vita anche il nostro coro, che faceva conoscere in giro per l'Istria e per l'Europa i nostri antichi canti popolari.
Fare un elenco di nomi delle persone che hanno reso questa comunità un qualcosa di unico nel suo genere, è praticamente impossibile date le generazioni e gli attivisti che vi collaborarono.
Oggi la Comunità degli Italiani di Valle conta 420 iscritti su una popolazione di circa 1100 abitanti. La sede del sodalizio è il Palazzo Soardo – Bembo. La Comunità ha moltissime attività come il gruppo folkloristico dei grandi e dei bambini, i minicantanti, il gruppo favelemo ‘l valex, corsi di italiano e informatica, 3 gruppi ritmici, il gruppo giornalistico che pubblica annualmente la rivista L calego de Vale, le attività giovanili e sportive ed il gruppo storico con la ricerca storica.
Nel 2022 la Comunità degli Italiani di Valle celebra i 75 anni di attività del sodalizio e i 50 anni dalla creazione del gruppo folcloristico di Valle.
LE ATTIVITÀ della CI Valle:
GRUPPO FOLCORE BAMBINI - Dirigente Miriana Pauletić
GRUPPO ''FAVELEMO 'L VALEX'' - Dirigente Miriana Pauletić
GRUPPO MINICANTANTI - Dirigente Romana Paretić
GRUPPO RITMICA - Dirigente Elisabetta Bilić
GRUPPO STORICO - Dirigente Dea Lordanić
GRUPPO FOCLORE GRANDI - Dirigente Romana Paretić
BIBLIOTECA - Dirigente Maricha Piutti
GRUPPO GIORNALISTICO - Dirigente Alessandra Civitico Božić
CORSI DI INFORMATICA - Dirigenti Roberto Cuccurin e Nemanja Ninić
GRUPPO ATTIVITÀ GIOVANILI E SPORTIVE - Dirigente Fabrizio Fioretti